Tifernum Mataurense sorse su un ampio terrazzo fluviale sulla destra del Metauro, a 360 m s.l.m., nel punto in cui questo riceve acqua dal torrente Mòrsina, in un’area naturalmente difesa su due lati, per un’estensione di circa 14 ettari. Testimonianze archeologiche sporadiche ci parlano di un’antica frequentazione dell’area di Sant’Angelo in Vado, da riferire all’età protostorica. Si datano, infatti, all’età del Ferro i resti di capanne, rinvenuti nell’area meridionale della città, che vi attestano la presenza di un abitato protostorico. Attraverso il rinvenimento di pavimenti in cocciopesto, di monete e di ceramiche di media e tarda età repubblicana, è possibile ipotizzare la nascita di un insediamento romano prima della fondazione del municipium che avvenne nel I a.C. Il Municipio di Tifernum Mataurense, a cui afferiva un vasto territorio per lo più collinare e montano, fiorì tra il I d.C. e il II d.C. Fu nel III d.C. che ebbe inizio un lento e lungo periodo di decadenza. Sede episcopale dalla seconda metà del V d.C., la città venne distrutta dai Goti alla metà del VI d.C. I Longobardi ricostruirono il nuovo abitato sulle rovine della città romana non più visibili, dedicandolo all’arcangelo Michele: la città prese quindi il nome di Sant’Angelo in Vado.
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Indirizzo | Piazza Umberto I 1 Sant'Angelo in Vado |