Il comune di Offida, uno dei borghi più belli d’Italia, sorge sulla dorsale che divide la vallata del Tesino, A Nord, e quella del Tronto, a Sud. Pur rimanendo ancora dubbia la derivazione del nome, le evidenze archeologiche testimoniano la presenza di una frequentazione umana del territorio sino da epoca preistorica. Grazie agli studi di Guglielmo Allevi, famoso archeologo e paletnologo offidano, figura di spicco dell’archeologia marchigiana della fine dell’800, furono recuperati nel territorio una vasta quantità di reperti del Paleolitico e del Neolitico ed individuate differenti zone di frequentazione, tra cui una terramare e un’ importante officina litica in località Ciafone, oggetto di nuove indagini dell’Università di Firenze negli anni ‘90. Oltre ai reperti preistorici, sono numerosissime le attestazioni dal territorio offidano per l’età del ferro e del bronzo conservate presso la sede del Museo Archeologico Comunale che indicano una importante presenza picena, testimoniata dai numerosi rinvenimenti di tipo sepolcrale e da frammenti ceramici provenienti da abitati databili tra VII e V sec. a.C. Se le testimonianze per il periodo piceno sono ricche e numerose, quelle relative all’epoca romana sono più scarse. All’Allevi si deve il fraintendimento per il quale il nome Offida derivi dal greco Ophys (serpente), in onore di un “dio serpente” la cui effige, secondo la leggenda, fosse una statua aurea. Nonostante la derivazione del nome Offida dal greco sia stata oggi smentita, rimangono tracce di questa tradizione nel nome del corso principale e del teatro cittadino, entrambi denominati “Serpente Aureo”. A partire dal VII o dall’VIII sec. d.C. Offida fu sede di un castello posto, con tutta probabilità, a controllo di alcuni diverticoli della via Salaria che raggiungevano l’entroterra; alcuni resti di questa struttura sono ancora visibili all'interno della chiesa di Santa Maria della Rocca. La prima testimonianza scritta in cui compare il nome Ophida risale al 920 d.C., quando nelle cronache Farfensi viene nominato nel suo territorio il possedimento di San Salvatore. Altra testimonianza, molto importante, è del 1039 e riguarda la cessione del castellum di Offida, insieme alla chiesa di Santa Maria e del suo castrum, da parte del signorotto locale Longino d'Azzone all'Abbazia di Farfa. Che il ruolo di Offida dovesse essere prominente è testimoniato dalla quantità di territorio controllato da Longino d’Azzone, circa 40 mila moggi tra i fiumi Tronto e Aso. Il nucleo cittadino di Offida, corrispondente all’attuale centro storico, rimasto intatto sino ad oggi, si costituì grazie all’opera dei monaci Farfensi, i quali alla morte del nobile presero possesso di tutti i beni ed edificarono un monastero dove attualmente sorge la chiesa di Santa Maria della Rocca. "
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Address | Corso Serpente Aureo 66 Offida |