Collocata al centro del bacino adriatico e alle pendici del Monte Conero, il promontorio più importante nella costa centro-settentrionale adriatica, Ancona è da sempre considerata un punto di riferimento per naviganti e commercianti impegnati nelle rotte che dalla Grecia si dirigevano verso il nord Italia. La città deve il suo nome alla sua particolare conformazione geologica: qui le pendici del Monte Conero si piegano su stesse formando così una sorta di gomito roccioso. Le origini di Ancona vanno ricercate nell'area collinare che si sviluppa tra i rilievi del Cardeto, dei Cappuccini e del Guasco, dove sono attestate fasi di frequentazione a partire dall'età del Bronzo Antico e Medio. In area suburbana va poi ricordata la collina del Montagnolo che ha restituito frammenti di ceramica micenea (XIV-XIII a.C.), che attestano non solo la frequentazione del luogo, situato in una zona di controllo dell’area costiera, ma anche l’esistenza di precoci rapporti della popolazione locale con il mondo egeo. Tale località ha inoltre restituito frammenti di ceramica greca e materiali piceni, risalenti al V-IV a.C., che permettono di ipotizzare una continuità di frequentazione del sito anche in età ellenistica. Nel IV a.C. i Siracusani, compresa l’importanza strategica del luogo, vi fondarono una colonia, anche se ad oggi sono poche le attestazioni archeologiche di questa fase. Tra la fine del III a.C. e il II a.C. Ancona entrò nell’orbita dello stato romano, quando venne scelta come base romana per il controllo dell’Adriatico durante le guerre illiriche. A questo periodo appartengono alcune delle attestazioni archeologiche tuttora visibili, come la cinta muraria difensiva e il tempio rinvenuto sotto la Cattedrale di S. Ciriaco sul Guasco. Divenuta municipio romano nel 90 a.C. circa e colonia cesariana nel 42 a.C., fu con l’imperatore Traiano che avvennero le più importanti opere urbanistiche. Il porto di Ancona, scelto come testa di ponte per la conquista della Dacia, fu dotato di un nuovo molo, e venne ampliata la zona dedicata al rimessaggio delle imbarcazioni con l’aggiunta di nuovi magazzini e ambienti di rappresentanza. Dopo Costantino, Ancona visse una fase di profonda instabilità politica dovuta alla decadenza imperiale e alle successive incursioni barbariche. La città continuò a basare la sua potenza sul porto anche durante l’età bizantina, diventando la più importante base navale dell’Adriatico nei rapporti con Bisanzio e il Mediterraneo orientale. Un gran numero di reperti archeologici, che testimonia l’evoluzione della città, è esposto nel Museo Archeologico Nazionale delle Marche. Al suo interno, ad esempio, è possibile osservare un’ampia selezione dei corredi funerari provenienti dalla necropoli ellenistica di Villarey e Corso Amendola e parte dei rinvenimenti ceramici provenienti dagli scavi del porto romano di Lungomare Vanvitelli.
Non abbiamo trovati posti dove dormire nelle vicinanze
Non abbiamo trovati posti dove dormire nelle vicinanze
Da Pesaro a San Benedetto del Tronto, lungo la costa Adriatica, alla scoperta dei principali porti e approdi frequentati dall’età del bronzo a oggi. Alla foce di fiumi e torrenti, entro piccole baie, promontori e grandi insenature, si svilupparono nell’antichità porti, porti canale, empori o semplici approdi. Questi scali furono il fulcro di una fitta rete di commerci marittimi che hanno dato vita a un intenso dialogo tra oriente e occidente, testimoniato dai ritrovamenti di reperti provenienti da tutto il bacino del Mediterraneo.
Nelle zone di confine dell’entroterra marchigiano i principi umbri di Camerino vivevano a contatto con numerosi villaggi, anch’essi retti da principi guerrieri piceni. I pregevoli corredi delle necropoli, risalenti alla fine dell’VIII - inizi VI sec. a.C., documentano i fitti scambi con l’oriente greco e con l’Etruria e attestano il ruolo cruciale di queste popolazioni nei traffici mercantili tra Adriatico e Appennino, che essi controllavano e da cui traevano le loro ricchezze.
Indirizzo | Largo XXIV Maggio 1 Ancona |