Il Museo Archeologico Nazionale delle Marche, costituito a seguito dell’approvazione del Decreto Regio del 1860, regificato nel 1906 con il nome di Museo Nazionale di Ancona, e inaugurato il 9 ottobre del 1927, sotto la direzione del Soprintendente Giuseppe Moretti, fu riaperto nel 1988 dal Soprintendente e Direttore Delia Lollini, cui spettò il compito di riallestire la sezione picena. Negli anni ’90 vennero inaugurate le sezioni Preistorica e dell’Età del Bronzo, mentre nel 2010 e 2015 ha riaperto al pubblico la sezione ellenistico-romana, dedicata ad Ancona e curata dal Soprintendente e Direttore Giuliano De Marinis, coadiuvato dall’attuale Direttore Nicoletta Frapiccini. Il museo è allestito nella prestigiosa sede del cinquecentesco Palazzo Ferretti, residenza della nobile famiglia anconetana Ferretti. Il prospetto esterno del palazzo è forse attribuibile ad Antonio San Gallo il Giovane, architetto civile e militare; la decorazione del piano nobile fu commissionata dal Conte Angelo di Girolamo Ferretti al pittore Pellegrino Tibaldi. È nel 1759 che l’edificio fu ristrutturato, probabilmente su progetto di Luigi Vanvitelli, con l’ampliamento della facciata, la costruzione del balcone, del portale centrale, dello scalone d’onore e del terrazzo pensile. Nel tempo il palazzo ha subito diversi interventi di restauro per sanare le ferite inferte, dapprima dai bombardamenti aerei del secondo conflitto bellico mondiale, poi dal sisma del 1972. Il percorso museale si sviluppa attraverso la sezione Preistorica, allestita nel mezzanino, dove, da una vetrina multimediale, la Venere di Frasassi, prezioso reperto di 28.000/25.000 anni fa, accoglie i visitatori. La visita ha inizio con l’esposizione degli antichissimi reperti litici del Monte Conero, risalenti a 300.000 anni fa; seguono le attestazioni dell’insediamento Neolitico di Ripabianca di Monterado (VI millennio a.C.), e di quello di Conelle di Arcevia (III millennio a.C.). Sono poi visibili i venticinque pugnali bronzei del ripostiglio di Ripatransone (1800-1600 a.C.), le ceramiche appenniniche e subappenniniche delle Grotte della Gola di Frasassi (1.500-1.200 a.C.) e i reperti della necropoli protovillanoviana di Pianello di Genga (1.200-1.000 a.C.). Salendo al terzo piano, si giunge alla sezione Protostorica, dove si possono ammirare i rinvenimenti provenienti dagli abitati piceni della regione: qui sono raccolti i resti della necropoli “villanoviana” di Fermo (VIII a.C.) e una selezione dei più suggestivi corredi funerari piceni (fine VIII a.C.- inizio VI a.C.). Si giunge poi alla sala dedicata alle stele e alla scrittura picena. L’esposizione continua al primo piano dove sono esposti i reperti risalenti all’età classica e tardo classica: qui, accanto a parte dei corredi della ricca necropoli di Numana-Sirolo, con la pregevole ceramica attica e il lussuoso vasellame di bronzo etrusco, trovano dimora i ricchi corredi di Santa Paolina di Filottrano, San Filippo di Osimo e Montefortino di Arcevia, con i monili d’oro e le armi celtiche. Di recente allestimento è la sezione romana, che ospita il fregio e il frontone da Civitalba e i reperti della necropoli e dell’abitato di Ancona (IV a.C.-VIII d.C.). Il visitatore ha la possibilità di essere coadiuvato, nella sua visita, da supporti multimediali, come la Libreria Digitale e dispositivi multisensoriali di ultima generazione. Tali strumenti consentono di approfondire la conoscenza dei reperti di spicco della collezione museale, mediante l’ingrandimento dell’oggetto, la visione in 3D e altre tecnologie che, stimolando il senso del tatto, permettono di sentire la superficie e il peso degli oggetti analizzati. Tutto questo rende il Museo Archeologico Nazionale delle Marche una struttura all’avanguardia nella didattica museale.
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Da Pesaro a San Benedetto del Tronto, lungo la costa Adriatica, alla scoperta dei principali porti e approdi frequentati dall’età del bronzo a oggi. Alla foce di fiumi e torrenti, entro piccole baie, promontori e grandi insenature, si svilupparono nell’antichità porti, porti canale, empori o semplici approdi. Questi scali furono il fulcro di una fitta rete di commerci marittimi che hanno dato vita a un intenso dialogo tra oriente e occidente, testimoniato dai ritrovamenti di reperti provenienti da tutto il bacino del Mediterraneo.
Nelle zone di confine dell’entroterra marchigiano i principi umbri di Camerino vivevano a contatto con numerosi villaggi, anch’essi retti da principi guerrieri piceni. I pregevoli corredi delle necropoli, risalenti alla fine dell’VIII - inizi VI sec. a.C., documentano i fitti scambi con l’oriente greco e con l’Etruria e attestano il ruolo cruciale di queste popolazioni nei traffici mercantili tra Adriatico e Appennino, che essi controllavano e da cui traevano le loro ricchezze.
Indirizzo | Via Ferretti 6 Ancona | |
Telefono | 071202602 | |
Orario Apertura | Martedi-Domenica: 8:30-19:30; | |
Giorni Chiusura | Lunedì, 25 dicembre, 1 gennaio, 1 maggio | |
Tempo Visita | 3 h | |
Costo Ingresso | Prima domenica del mese: Ingresso Libero; Ingresso intero: 5 euro; Ridotto: 2,50 euro; Ingresso Gratuiro: minori di 18 anni. | |
Prenotazione Obbligatoria | no | |
Bookshop | si | |
Visita Guidata Gratuita | no | |
Visita Guidata | no | |
Parcheggio | si, a pagamento | |
Accessibilità Disabili | si | |
Audioguida | no | |
Sale Didattica | si | |
Sala Conferenze | si | |
Lingua Inglese | si | |
Mezzi Pubblici | si | |
Servizi alle Famiglie | si |