Museo archeologico del territorio di Suasa

San Lorenzo in Campo

Il Museo Archeologico del Territorio di Suasa, allestito nel cinquecentesco Palazzo Della Rovere a San Lorenzo in Campo, con i materiali, sia archeologici sia geologici, recuperati dall’erudito locale Gello Giorgi alla metà degli anni Cinquanta, nasce con lo scopo di documentare la frequentazione della valle del Cesano dalla Preistoria all’età Tardoantica. La prima sala del museo è dedicata alla geomorfologia e alla geologia delle Marche: qui si possono vedere sia cartine tematiche che ammoniti fossili e molluschi cefalopodi estinti. Proseguendo la visita si giunge nella seconda sala, dove alcuni pannelli illustrano la flora e la fauna della Preistoria e dove sono esposti resti fossili di animali estinti. È nella terza sala che ha inizio l’esposizione archeologica: i primi materiali visibili sono selci (punte di freccia, raschiatoi, asce e altri utensili) risalenti al Paleolitico e all’Eneolitico. Seguono i reperti in ceramica d’impasto, risalenti al Neolitico, all’età del Bronzo e all’età del Ferro. La frequentazione picena del territorio è attestata dalle tombe rinvenute a S. Vito sul Cesano, datate fra il 520 e il 470 a.C., da cui provengono fibule, armille, bracciali e vasi in ceramica. I reperti di età romana sono riferibili a un arco cronologico compreso fra il III a.C. e il I a.C. e sono stati rinvenuti fortuitamente nel territorio suasano e quindi privi di informazioni relative al contesto di provenienza. Si tratta per lo più di statuette votive e di ex voto fittili riconducibili a un luogo di culto di età ellenistica. La fase repubblicana è documentata da alcune monete, da frammenti di ceramica a vernice nera, databili fra il III a.C. e il I a.C., da lucerne e da balsamari fittili. Nella quarta sala sono esposti i materiali lapidei di provenienza locale: si tratta di tre iscrizioni funerarie e di un frammento architettonico pertinente a un edificio pubblico, in cui sono menzionate le cariche dei magistrati. Qui sono esposti anche frammenti di vasi in ceramica di età tardo-repubblicana e imperiale, laterizi con bolli di fabbricazione, anfore, un tesoretto di 103 monete databili fra il 263 d.C. e la fine del 270 d.C., oltre a strumenti medico-chirurgici e cosmetici in bronzo. Concludono l’esposizione alcuni pannelli dedicati alla tardoantichità e all’altomedioevo.