La città di Asculum, capitale dei Piceni, vanta origini antichissime; edificata nel territorio oggi occupato dalla città di Ascoli Piceno, naturalmente fortificato per la presenza del colle dell’Annunziata da un lato e dei due corsi d’acqua, il Tronto e il suo affluente Castellano, dagli altri due, fu abitata probabilmente già a partire dall’epoca Neolitica. Il ruolo di capitale del popolo dei Piceni ne faceva uno dei centri principali dell’Italia centrale adriatica in epoca preromana, tanto che nel 299 a.C. Roma stipulò un accordo con i Piceni e si assicurò la partecipazione di Ascoli nelle guerre contro i sanniti. Il ruolo strategico di Asculum era legato alla via Salaria, che rappresentava una direttrice fondamentale tra il Tirreno e l’Adriatico. Nonostante l’alleanza stipulata con Roma, durante la guerra sociale, Ascoli fu tra le città più attive nella ribellione per l’ottenimento della cittadinanza romana, venendo assediata e distrutta in seguito alla sconfitta riportata dagli italici. La città divenne municipium subito dopo la guerra sociale e colonia probabilmente in epoca triumvirale o augustea. In questo periodo fu soggetta a una riorganizzazione urbanistica. Dell’Ascoli romana rimangono ancora alcuni monumenti: sul limite Ovest del centro storico cittadino è ancora visibile la porta Gemina; della struttura, costruita in blocchi di travertino in età augustea nel punto in cui la Salaria entrava da ovest nella città, rimangono le due arcate inferiori. Seguendo il tracciato della Salaria da Porta Gemina verso il centro cittadino, si incontrano i resti del teatro, di cui rimangono i setti murari relativi alla cavea e alcune strutture pertinenti la scena. Risultano invece ormai interrati i resti dell’anfiteatro, che sorgeva poco lontano dal teatro. Per quanto riguarda la viabilità sono da citare i due splendidi ponti romani, quello di Borgo Solestà, del quale è visitabile l’interno, e il Ponte di Cecco, da cui originariamente la Salaria usciva da Asculum. Entrambi sono costruiti in opera quadrata, con blocchi di travertino. Nel corso degli anni sono inoltre venuti alla luce due tratti di strada basolata appartenenti al decumano massimo della città, attualmente visibili in Corso Mazzini. I resti di due templi, uno di tipo corinzio e uno di ordine ionico, sono ancora parzialmente riconoscibili nelle strutture di due chiese. Il primo, di cui restano parti della cella e due colonne della facciata, fu inglobato nella chiesa di San Gregorio; sul secondo, di cui sono attualmente riconoscibili solo il podio e una parete della cella, venne costruita la chiesa di San Venanzio. All’interno di Palazzo dei Capitani sono invece visitabili i resti di alcune strutture che si affacciavano sul foro cittadino, mentre nella zona del tribunale furono individuati i resti di due domus da cui provengono parte dei bellissimi mosaici esposti presso il Museo Archeologico Statale di Ascoli Piceno. Monumentali le sostruzioni del colle dell’Annunziata, al di sopra delle quali è attualmente presente la chiesa della Santissima Annunziata. Infine, sono da citare i resti di una fonte battesimale probabilmente databile al VI sec. d.C., periodo nel quale la città fu saccheggiata dai Longobardi, presente all’interno del battistero di XII sec., a fianco alla Cattedrale di Sant’Emidio.
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Vino e olio, eccellenze dell’agricoltura e della gastronomia marchigiana, sono da sempre al centro dell’economia e dell’identità culturale locale, come testimoniano i numerosi impianti per la produzione olearia e vinicola presenti sin dall’età picena nella regione. Il viaggio alla scoperta del territorio dedicato all’antica produzione dell’olio e del vino ci conduce lungo la Salaria Gallica, strada che collegava Fossombrone ad Ascoli Piceno passando per le principali colonie romane, immerse nelle verdi colline marchigiane.
Narra la legenda che l’antico popolo dei Piceni arrivò dalla Sabina (regione montuosa tra Lazio, Umbria e Abruzzo) e si stabilì nel territorio ascolano seguendo il volo di un picchio, uccello sacro a Marte. Qui fondarono la loro capitale, l’odierna Ascoli Piceno, e occuparono tutto il territorio delle vallate del Tronto e del Tesino e, sulla costa, fondarono un grande santuario, dedicato alla dea picena Cupra. Questo itinerario vi condurrà in alcuni dei borghi più belli d’Italia, la cui storia affonda le radici negli antichi villaggi piceni.
Indirizzo | Piazza Arringo 7 Ascoli Piceno | |
Viabilità | Salaria Romana |